Il ritrattamento

Occasionalmente un dente che è stato sottoposto ad intervento endodontico (devitalizzazione), può non guarire oppure continuare a dolere nonostante la terapia e questo anche alcuni mesi o anni dopo. Quando questo accade, il dente molto spesso può essere recuperato con un secondo trattamento endodontico: il ritrattamento.

Perché occorre ritrattare i canali del dente

Il trattamento endodontico viene eseguito perché la polpa, chiamata comunemente dai pazienti nervo, era stata irrimediabilmente danneggiata. Sebbene la polpa sia stata rimossa e sostituita con un materiale da otturazione, il dente deve essere ritrattato per problemi dovuti ad una o più delle seguenti cause:

Incompleta detersione ed otturazione dei canali

Perché il trattamento endodontico abbia successo, i canali delle radici devono essere interamente detersi, disinfettati ed otturati nella loro interezza. Alcuni canali sono a volte così sottili, calcificati o curvi, che i più piccoli strumenti (8 centesimi di millimetro in punta) usati per pulirli non riescono a percorrerli.
Altri canali hanno imbocchi così piccoli che non sono facilmente individuabili se non con il microscopio, oppure alcuni canali sono otturati in maniera approssimativa. Infine in mani inesperte può accadere che si fratturi uno strumento metallico che, se lasciato nel canale, impedisce la detersione e l’otturazione del canale al di là del frammento.

Trauma radicolare

Un nuovo trauma può aver causato la frattura della radice e una nuova infezione può essersi sviluppata all’apice (punta) della radice.
Una nuova carie può aver distrutto la corona del dente ed aver esposto il materiale da otturazione canalare ai batteri e alla saliva, causando una nuova infezione dei canali radicolari. Una frattura, un’incrinatura di un’otturazione, la decementazione di una corona o di un perno radicolare o anche la semplice perdita di un’otturazione provvisoria in attesa del restauro definitivo possono determinare i medesimi danni, causare quella che viene definita “infiltrazione coronale” e richiedere il ritrattamento.

Chi può eseguire il ritrattamento

Tutti gli Odontoiatri hanno la preparazione sufficiente per eseguire i ritrattamenti. Molti casi però sono veramente complessi e richiedono l’intervento di specialisti in questo settore, che dedicano maggiormente o esclusivamente la loro attività professionale all’Endodonzia e che perciò sono più esperti nell’eseguire tali terapie ed hanno attrezzature più aggiornate e più sofisticate. Come già detto prima, gli spazi canalari in cui si lavora sono molto angusti e molti problemi possono essere risolti esclusivamente con l’aiuto del microscopio operatorio (Fig. 9).

Dott. Arnaldo Castellucci al microscopio durante una procedura di ritrattamento endodontico

Questo strumento infatti viene oggi utilizzato durante tutte le fasi del trattamento endodontico e ancora di più nel corso dei ritrattamenti e della chirurgia.

Cosa capita durante un ritrattamento

Il dente deve essere riaperto, i canali nuovamente sondati, detersi ed otturati. Nei casi in cui non sia possibile tutto ciò (presenza di precedenti gradini, di ostacoli nei canali, di vecchi materiali da otturazione non rimovibili con i comuni solventi etc.) può essere necessaria un’incisione della gengiva che permette di esporre l’apice del dente al fine di poterlo sigillare (apicectomia ed otturazione retrograda) con l’accesso chirurgico.

Il paziente può avere dolore postoperatorio

Al termine del ritrattamento il dente può dare un leggero dolore. Questo è un inconveniente che non pregiudica il buon esito della terapia.
Se il primo trattamento è fallito, come può il paziente essere sicuro che il ritrattamento abbia successo Non ci sono naturalmente garanzie certe. Molte volte il ritrattamento è l’unica alternativa alla chirurgia (apicectomia con otturazione retrograda dell’apice radicolare) o all’estrazione. L’Odontoiatra fornirà sicuramente tutte le informazioni e le alternative terapeutiche affinché il paziente possa decidere in completa tranquillità e consapevolezza.

Quali sono le alternative al ritrattamento

Come già detto, la prima alternativa consiste nell’apicectomia con otturazione retrograda dell’apice radicolare. Questa è sempre fattibile a patto che vi sia un adeguato accesso chirurgico e garantisce una grande percentuale di successo.
La seconda alternativa è rappresentata dall’estrazione del dente. La perdita di un dente può però portare allo spostamento di quelli vicini con gravi interferenze nell’occlusione e nella masticazione. Il dente si può rimpiazzare con un ponte ancorato ai denti vicini, se presenti, o con un impianto nell’osso. Tutti questi sono dei procedimenti molto lunghi, costosi ed artificiali. Niente per ora è migliore e più duraturo del dente naturale. In alcuni casi, se il ritrattamento o l’apicectomia non sono possibili, si può eseguire, dente permettendolo, un reimpianto intenzionale immediato, cioè estrazione del dente, controllo del problema che ha causato la lesione, cura della radice avendo il dente in mano e infine reimpianto del dente nel suo alveolo osseo. La prognosi però a lunga scadenza non è delle più favorevoli.

Quanto costa questo ritrattamento

Generalmente la tariffa per il ritrattamento è più elevata rispetto alla normale devitalizzazione di un dente. Ciò è dovuto alle maggiori difficoltà, al maggior tempo operativo e alla maggiore quantità di strumentario richiesto per portare a buon fine la terapia.

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